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Diario di un viaggio in Kazakistan

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“Il nostro viaggio in Kazakistan è iniziato ad Almaty, una città affascinante, piena di energia e un fantastico contrasto tra modernità e natura. Le montagne del Tien Shan, innevate anche d’estate, sembravano vegliare su di noi mentre passeggiavamo lungo i viali alberati e ci fermavamo nei mercati pieni di frutta, spezie e volti sorridenti. La salita in funivia al Kok-Tobe ci ha regalato una vista mozzafiato sulla città, e per un attimo abbiamo avuto la sensazione di toccare il cielo.

Da lì ci siamo diretti verso il Parco Nazionale di Altyn Emel, dove il paesaggio cambiava a ogni curva: colline color ocra, steppe infinite e il famoso “Canto della Duna”, una montagna di sabbia che emette un suono profondo quando il vento la attraversa. Seduti in silenzio, abbiamo ascoltato quella melodia naturale e misteriosa, come se la terra stessa volesse raccontarci la sua storia.

Proseguendo verso i laghi di Kolsay, ci siamo immersi in un mondo di acque turchesi e foreste di abeti. Le nostre camminate lungo i sentieri ci hanno fatto sentire piccoli di fronte alla potenza della natura, e la sera, davanti al fuoco, il silenzio era interrotto solo dal fruscio del vento tra gli alberi.

Verso ovest, la strada ci ha portati a Turkestan, dove la cupola turchese del Mausoleo di Khoja Ahmed Yasawi brilla sotto il sole come una gemma del deserto. Lì abbiamo percepito la spiritualità profonda del luogo, il peso della storia e la calma delle persone che vi si recano in pellegrinaggio.

Il viaggio si è concluso ad Astana, la capitale moderna, con i suoi grattacieli futuristici e le grandi piazze. Camminando tra l’architettura audace e i viali ordinati, ci siamo resi conto di quanto il Kazakistan sia un paese di contrasti: antico e nuovo, selvaggio e raffinato. È stato un viaggio meraviglioso e forse inaspettato per certi versi, che mi ha lasciato dentro il desiderio di tornare, per ascoltare ancora una volta il canto del vento sulle steppe…”

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